Manifesto
Scrivere d’ogni cosa per diletto o per gioco equivale a tracciare con la penna i confini del nulla.
Ogni scrittura è impegno, movimenti di muscoli e sangue.
Tutto accetta la scrittura, ogni sentimento, ogni oscillazione sensibile, la bravura e le vane speranze, ma non la casualità, o la noia.
Non si scrive né per caso né per noia.
Noi scriviamo di letteratura, amiamo le “humanae litterae” e l’ “humanitas” scritta con l’acca: in questo, ci sentiamo rondeschi.
Accanto a questa che potremmo chiamare selettività tematica, affermiamo un’eguale selettività formale: in questo, non ci sentiamo rondeschi.
Per noi scrivere è fatica, dolce, insopprimibile, e mortifera fatica.
Fatica d’arte, dunque, inutile a molti. Merce inservibile. Prodotto inconsumabile di una società consumistica.
Tuttavia non la rifuggiamo, questa società: sulle pagine virtuali della nostra rivista, questa costituirà sempre il sostrato e, anche se più volte indirettamente, il nostro campo d’intervento.
Studio e passione saranno i leitmotive del nostro lavoro, e vogliate perdonare la forte carica di ambizione di questo programma, forse dal tono troppo serio ed impegnato: potrebbe essere un motivo in più per leggerci con curiosità, e compassione.
I fondatori
Vincenzo Borriello e Ciro Terlizzo